IL RICHIAMO DELL’ANGELO

Guillame Musso mi lascia ancora una volta entusiasta di uno dei suoi romanzi “Il richiamo dell’angelo”. La trama è fitta di intrighi, di segreti e indiscrezioni che non lasciano al lettore il tempo di perdersi tra le sue righe. Ogni capitolo ti invita al successivo, nella speranza di scoprire qualche dettaglio in più per cercare di risolvere i misteri che avvolgono la storia. Caso e coincidenza la fanno da padroni in un destino già segnato, che sembra ancora tutto da scoprire!

Quella donna…Jonathan sapeva che dietro la sua dura, fredda corazza si nascondeva una persona sensibile e complessa. Era grazie a lei che era uscito dal suo torpore. Avvertì di nuovo l’inedito legame che li univa. Negli ultimi giorni avevano proceduto a una conoscenza accelerata l’uno dell’altra. Avevano maturato un’ossessione reciproca, penetrando l’uno gli intimi segreti dell’altra, mettendo a nudo reciprocamente difetti e fragilità, svelando la rispettiva tenacia e scoprendo punti di forza e di debolezza che parevano essere speculari.

Il richiamo dell’angelo: La trama

New York. Aeroporto JFK. In un’affollata area d’imbarco Madeline e Jonathan, due perfetti sconosciuti, si scontrano. Entrambi incapaci di lasciar correre e di rimanere sobri nei loro commenti, si coinvolgono in un vivace battibecco, poi ciascuno riprende la propria strada, cercando di non pensare più a quanto accaduto, proprio come se non fosse mai successo. Non immaginano certo che i loro destini s’incroceranno di nuovo e che l’evento che li ha visti coinvolti, li ha irrimediabilmente legati a un doppio filo, che li porterà a confrontarsi e a scontrarsi ancora e ancora!

Il richiamo dell’angelo: dopo l’incontro

Una volta atterrati ognuno a casa propria scoprono, con disappunto, di essersi scambiati i cellulari durante il loro casuale incontro.  Il problema è che sono ad una distanza notevole per poterseli riscambiare. Madeline vive in Francia, Jonathan in California, quindi come fare? E mentre entrambi provano a capire come riuscire a ritornare in possesso del proprio cellulare, ciascuno prova l’irresistibile impulso di curiosare nei segreti dell’altro.

All’inizio si trovano a spiare foto e sms, ma in quei gesti invadenti sentono che c’è qualcosa che emerge di profondo da scoprire l’uno dell’altro. È così che Maddie diventa l’unico pensiero fisso per Jonathan e Jonathan un nuovo enigma, tutta da scoprire e assaporare, per la donna.

C’era un mistero in quel volto. Dietro la luce e il suo sorriso, coglieva una ferita, un’incrinatura insanabile, quasi che la foto recasse un messaggio subliminale impossibile da decifrare.

Il richiamo dell’angelo: un passato ingombrante

Questa reciproca indiscrezione fa riemergere un passato doloroso per entrambi, perché nonostante le apparenze, nessuno dei due è quello che sembra. Maddie coglie la palla al balzo per cercare di mettere ordine nelle sua vita e di riscattarsi dal suo passato. Jonathan prova a rimettersi in carreggiata dopo la caduta del suo impero, concedendosi la possibilità di “creare” nuovi sapori. E mentre i due protagonisti rincorrono piste sempre più pericolose, l’amore fa capolino, suggellando lo spettacolare epilogo sullo sfondo di una New York sepolta dalla neve.

Non ci si libera così facilmente del proprio passato. Non si sfugge così facilmente alle sabbie mobili delle proprie ossessioni. Alice tornava a cercarla. Alice tornava a ossessionarla. L’ultima volta, l’orrore dell’episodio del “cuore” l’aveva indotta a rinunciare all’inchiesta. Stavolta era pronta ad andare fino in fondo. Poco importava il prezzo da pagare.

Un romanzo apparentemente sicuro

Forse questo romanzo è un po’ diverso da quelli a cui sono mi abituata a leggere di Musso. È pur sempre molto ben strutturato, con una trama avvincente e che ti tiene sulle spine fino all’ultima pagina. In questa storia l’autore gioca un pochino meno con lo spazio e il tempo, incastrandoli ad arte in scenari di surrealità quasi illusionistica, anche se poi, riflettendoci a mente lucida, non c’è nessuna illusione, tutto è plausibile e afferrabile, sia nei concetti che nei fatti.  

In questo romanzo l’autore si concentra su terreni più sicuri e si fa governare dal fato, dove il caso e/o la coincidenza giocano con i personaggi, facendo di loro ciò che più desidera! Non è forse questo ciò che il grande disegno del destino fa e disfa nelle nostre vite? Ci fa incontrare e scontrare con chi siamo predestinati, incastrando ad arte una serie di meccanismi che ci appaiono come coincidenze, per poi farci unire con chi dovevamo stare fin dall’inizio!

Negli occhi di Doyle brillò una luce, cui seguì un sorriso franco che trasformò all’improvviso il suo volto, conferendogli un’espressine molto attraente. Era difficile immaginare fosse lo stesso uomo che, un mese prima, aveva troncato con il machete piedi e mani a un ucraino che aveva cercato di tradirlo. Madeline sapeva che il bene e il male coesistono in ciascun individuo; che alcuni, per scelta o per necessità, esplorano quello che c’è di peggio in loro. In quel momento si chiese che tipo di uomo sarebbe diventato Daniel se avesse scommesso sul lato luminoso della propria personalità, invece di imboccare la strada tortuosa  di una fuga in avanti il cui esito non poteva che essere funesto.

Il destino governa ogni cosa

Vecchie credenze popolari incentravano la loro vita, anzi votavano tutta la loro esistenza completamente al fato, non credo che oggi sia poi chissà quanto diverso. Molto spesso ci ritroviamo a fare i conti con un destino che crediamo crudele e infausto, ma stiamo solo percorrendo una vita che, nella più probabile delle ipotesi, ci siamo scelti da soli! Quindi: il caso, la coincidenza, il destino, esistono davvero? O sono la risultante delle nostre molteplici scelte, giuste o sbagliate?

Dal mio punto di vista non esistono scelte giuste o sbagliate, sono solo semplici decisioni, prese in momenti particolari della nostra vita, prese la con lucidità e l’intraprendenza di quel dato momento. Ovvio che ci appaiono giuste quando tutto va bene e ci risultano errate se non si raggiunge l’obiettivo sperato. Possiamo anche parlare di forze che ci spingono verso una direzione, una volta raggiunta, fanno sì che si inneschino una serie di eventi che ci fanno arrivare in un punto, che è quello esatto dove dovevamo essere.

Ciascuno dà un giudizio proprio sul suicidio. Atto di coraggio o di viltà? Né l’uno, né l’altro, nel modo più assoluto. Solo una decisione disperata quando ci si trova in un’impasse. L’ultimo espediente per uscire dalla propria vita e sottrarsi all’insopportabile. Avevo sempre affrontato le cose, sempre tenuto testa alta alla vita. Mi ero sempre battuto contro tutto, forzando il mio destino e costringendo la fortuna a venire da me; ma adesso era diverso. Avevo un nemico temibile da affrontare: me stesso. Il nemico supremo. Il più pericoloso.

Il richiamo dell’angelo: scelte per caso

Personalmente ho sempre creduto, o piuttosto sperato, che la mia vita fosse un concentrato di forze, di coincidente, cose accadute per caso che hanno fatto in modo che il mio destino si compisse. Le mie scelte, azzardate talvolta, giuste nella maggior parte dei casi, e completamente sbagliate in certe situazioni, mi hanno portato comunque qui, dove sono ora, con una saggezza che non avevo in gioventù, con una stima e una sicurezza di me stessa a cui non pensavo di arrivare. Con una famiglia dove, doveri e obblighi nei loro confronti, non mi pesano affatto. Con un lavoro che svolgo per necessità e non per piacere, insoddisfacente da ogni angolazione io provi a guardarlo, ma che di contro mi dà la possibilità di vivere una vita decorosa.

Riesco comunque a sopperire con le mie passioni le mie frustrazioni: la lettura, la scrittura e questo blog, dove scarico tutte le mie energie negative e positive, cercando di rendere concreti i miei pensieri mettendoli nero su bianco nei miei articoli! Quindi, quando meno spesso di quanto si pensi, mi chiedo: “Sono soddisfatta e grata di quello che sono oggi e di dove sono arrivata?”, la mia risposta è: “Certo, ho tanto, forse più di quello che merito, nonostante tutto!”

Per due o tre secondi, il tempo si fermò. Per due o tre magici secondi, entrambi ebbero di nuovo quindici anni. Furono due o tre secondi in cui lui e lei sorridevano, Daniel non aveva mai ucciso nessuno, Madeline non era un’agente di polizia, Alice non era scomparsa. Due o tre secondi in cui la vita era ancora piena di promesse.

Il richiamo dell’angelo: la curiosità è di chi legge

Tornando al romanzo: vi suggerisco di leggerlo! Nella sua avvincente trama riesce a far innescare nel lettore una serie di riflessioni tali da suggerirgli soluzioni in merito al caso di Alice Dixon, alla vita del malavitoso Daniel Doyle, che poi, come si collegano, come sono coinvolti questi due personaggi secondari con i veri protagonisti della storia? Vi ho incuriosito? Sono sicura che ve lo state chiedendo e che, come me, vogliate scoprire tutti i risvolti della storia, soprattutto, sapere come andrà a finire tra Jonathan e Maddie!

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