Qualche giorno fa ho avuto l’occasione di incontrarmi con Mario di Marzio, autore de “Il tempo rimasto – l’alba di un nuovo giorno – l’amore per la vita”, ve lo ricordate? In occasione del nostro incontro, davanti a un fumante caffè, Mario è stato così carino da portarmi una copia autografata del suo nuovo romanzo dal titolo “Gente de strada”, pubblicato con la casa editrice “Amarganta”.
Il romanzo si snoda nella Roma degli anni ’80 e ci permette di fare un tuffo nel passato per poter riesumare fatti, ricordare eventi, e perché no, rivivere quegli anni che per molti di noi hanno voluto significare molto! Erano gli anni in cui tutto ci sembrava facile, quando la vita era a portata di mano e potevamo realizzare qualsiasi cosa desiderassimo.
Gente de strada: la trama
È una storia romanzata che si svolge in un’affascinante e splendida Roma degli anni ’80. Centrale e di grande impatto la forte amicizia tra i ragazzi che sono i veri protagonisti di questa storia in un susseguirsi di emozioni, esperienze e grandi avventure vissute con audacia e intraprendenza. L’autore, Mario di Marzio, tratteggia un ritratto di grande effetto empatico, restituendo in tutta la loro genuinità i bassifondi della Città Eterna animati dalla quotidianità della gente di strada.
Col trascorrere del tempo, i protagonisti cambieranno, valorizzando loro stessi e selezionando quel che c’è di veramente importante nella vita. Sapranno sempre, in qualsiasi occasione, ritrovarsi per essere di nuovo quelli che erano. La loro amicizia non riesce a tramontare, nemmeno nelle più avverse delle situazioni.
Sono nato a Roma, per me la città più bella del mondo. L’amo all’inverosimile per i suoi monumenti, per la sua millenaria storia e per il caratteristico modo di fare dei romani. È a Roma che vorrei riposare in eterno.
Gente de strada: un romano de Roma
Uno degli aspetti più rilevanti di questo romanzo è proprio il dialetto romano dei dialoghi dei protagonisti. Per un romano il dialetto è tutto, soprattutto per dare enfasi a quello che si vuole dire in determinati momenti. La narrazione è fluida, priva di orpelli, il lettore si trova davanti a una lettura leggera, scorrevole, ironica e talvolta che induce alla riflessione.
L’autore esprime in queste pagine il suo viscerale amore per Roma, la sua città natale, la sua città eterna e la tratta con i guanti bianchi, di chi sa come deve essere trattata una Signora elegante e autorevole. Mario di Marzio romano de Roma, sa come ci si muove a Roma, sa come si parla, come ci si fa capire, mettendo a proprio agio anche il lettore che non conosce la città e tutte le sue sfumature.
Da piccoli spesso non si è tanto entusiasti del proprio soprannome ma poi, crescendo, ciascuno si affeziona al proprio nomignolo.
L’amicizia è una cosa seria
Un grande legame, un’amicizia vera, questo è il vero contenuto che si respira nel romanzo. Sono una di quelle persone che credono fermamente nell’amicizia e che ha preso pure molte fregature quando si è scontrata con persone che alla fine si sono rivelate diverse da quello che si erano mostrate. L’amicizia è una cosa seria. Gli amici, quelli veri, ti sono vicini sempre, pure quando non lo sono fisicamente. Non ti tradiscono e ti accettano per quello che sei, senza riserve. Almeno è così che intendo io l’amicizia ed è quello che provo ad essere con coloro a cui tengo.
Un amico è colui che ti sa ascoltare senza giudicare, è colui che ti porge una mano per rialzarti. Tu sei la medesima cosa per lui/lei. È quella persona che anche se non ti ci senti tutti i giorni, basta chiamarlo/a e lui/lei corre da te nonostante siano passati mesi dal vostro ultimo incontro, solo perché sa che tu ne hai bisogno!
Quel periodo per me fu una vera e propria scuola di vita: quando si sbagliava si era ripresi davanti a tutta la clientela, c’era educazione e rispetto nei confronti dei più grandi, dei giovani, dei meno giovani e degli anziani. È stato allora che sia io che Fabio abbiamo imparato a capire gli atteggiamenti e i vari comportamenti delle diverse tipologie di persone che entravano nel negozio, sia per fare compere che per porgere un semplice saluto al titolare.
Gente de strada: amici sempre
L’amicizia trattata nel romanzo si esprime in tanti modi diversi e ci riconduce con esattezza ai concetti appena espressi. Mauro e Fabio i due protagonisti e poi anche Fausto sono amici a cui piace vivere la vita in modo audace. Sono amici, complici, si aiutano, giocano, si divertono rispettandosi e tenendosi per mano in ogni avventura. Nel bene e nel male sono lì pronti a ricominciare da capo. Sono amici fino alla fine!
Ecco questa era l molla scattata in noi, la voglia di rischiare. L’adrenalina, il pericolo, la possibilità di essere inseguiti e, se presi eventualmente, anche arrestati. Di fare quello che non si doveva, cose diverse dai ragazzi della nostra età, distinguendoci dalla massa, supponendo di acquisire così maggiore importanza e considerazione tra gli adulti e agli occhi delle ragazze.
E poi l’amore
Mauro si innamora di Monica. Una passione travolgente che però si spegne presto, è bruciata troppo in fretta. Mauro fa fatica a risalire la china dopo la rottura con Monica. La sua relazione è finita e gli ha lasciato un vuoto e un dolore incolmabile da dover riempire. Amare profondamente qualcuno ci rende vulnerabili e soffrire è inevitabile quando le strade si dividono.
Quel dolore, quella sofferenza ti annichilisce fino al punto di rottura, poi… poi piano piano, dopo esser caduti ci si rialza, un pelino claudicanti e si prova a fare qualche passo fino a camminare prima e a correre dopo, pronti per una nuova avventura! Perché come dice lo stesso autore: “La vita dà, la vita prende.”
La mattina dopo, uscendo dal portone di casa, Monica vide una scritta sulla strada che recitava: “sei il mio sogno ricorrente, dal quale non vorrei svegliarmi mai più”. L’artefice di quella scritta ero io, l’avevo realizzata con un pennello e vernice rosa.