Questo il titolo completo del romanzo di Mario di Marzio: “Il tempo rimasto, l’alba di un nuovo giorno, l’amore per la vita” edito da PAV Edizioni. Ci racconta uno spaccato di vita vera della Roma di periferia, in uno dei quartieri più famosi della città “San Paolo”, negli anni in cui tutto era diverso da ora! Il titolo rispecchia in pieno tutto quello che il romanzo vuole trasmettere al lettore, ponendo l’attenzione sul tempo che abbiamo a disposizione per diventare ciò che desideriamo, dove, all’alba di un nuovo giorno tutto appare possibile e l’amore per la vita è ciò che ci traina in questa folle avventura che è la nostra esistenza.
Questo è il quartiere dove ho passato gran parte della mia esistenza, crescendo, maturando e trovandomi, ma non sempre e non con tutti, a mio agio o d’accordo su varie situazioni che si sono prospettate al momento con le molte persone che ho conosciuto e frequentato per diversi motivi, facendo tesoro di ogni mia piccola o grande esperienza di vita vissuta, bello o brutta che sia stata, come per esempio in ambito sociale, lavorativo e sentimentale, dove alcuni episodi o fatti sono stati delle vere e proprie lezioni di vita.
Il tempo rimasto: la famiglia assume tante sfumature diverse
Come mi sono imbattuta in questa storia? Semplice, ho conosciuto l’autore, avendo preso parte alla giuria del concorso di narrativa, poesia e teatro “Memorial Giovanni Leone” alla seconda edizione dal titolo “I valori della famiglia”, organizzato dall’Ass. Luce dell’Arte e il romanzo in questione si è classificato al primo posto nella sez.B. narrativa e teatro a tema.
Queste pagine ci illustrano che la parola famiglia assume tante sfumature diverse e che casa non è un luogo costruito da una moltitudine di mattoni e un confortevole arredamento, ma è con chi ci esprime i suoi sentimenti, è con chi ci sentiamo amati, è con coloro che ci mostrano affetto e che sono pronti a qualsiasi cosa pur di farci sentire come se fossimo una parte di loro.
Una florida conoscenza di Roma
Mario di Marzio attraverso le parole del suo romanzo esprime la sua grande conoscenza di Roma, dei suoi usi e dei suoi costumi. Ci racconta anche tanti aneddoti, come quello sul vero significato dell’origine del nome di uno dei quartieri più antichi di Roma, vecchio quasi quanto la città: la Garbatella. E di altri ancora che ci fanno comprendere che l’autore ha piena conoscenza di quello di cui ci narra nella sua storia! Ci ricorda come si viveva negli presi in esame dello stesso, le abitudini delle persone, in che modo si approcciavano tra di loro.
I romani sono persone particolari, sono sempre allegri, simpatici e pronti a sdrammatizzare su qualsiasi fatto succeda. Solo in questa città poteva nascere il detto “morto un papa se ne fa un altro”, a voler dire: “tutti siamo utili, ma nessuno è indispensabile”. Il realismo, la passione effimera, un’ingenua furbizia, un senso di superiorità e di strafottenza, tutte caratteristiche non motivate se non dal solo vanto di essere nati e cresciuti nella capitale, perché essere cresciuti in questa città non rende tutto più facile, ma tutto più affascinante, aver avuto l’opportunità o l’onore di vedere, conoscere papi, re e imperatori nel corso della secolare storia.
Il tempo rimasto: i grandi del cinema
Le pagine del romanzo ci ricordano i grandi del cinema, passando per il cinema neorealista citando alcuni film che sono ancora oggi un’icona del cinema italiano. Tra i vari attori che l’autore menziona ci sono i miei preferiti: il grande Alberto Sordi ed Enrico Montesano, Paolo Villaggio che ci ha regalato uno dei personaggi più rappresentativi e amati del cinema, il Ragionier Fantozzi. Nel romanzo c’è anche un riferimento a Pier Paolo Pasolini e alle sue vicende. Tutti loro ci hanno regalato tante emozioni diverse. Tra risate e lacrime ci hanno fatto trascorrere attimi di serenità in un momento storico dove vivere non era affatto facile!
Il tempo rimasto: il ricordo di ciò che è andato
Si ripercorre la storia della nostra Roma dagli anni che vanno più o meno dal sessanta alla fine degli anni ottanta. L’autore traccia la storia politica e sociale di quegli anni con i diversi riferimenti alle brigate rosse, alla banda della Magliana. Ero all’epoca una bambina, non posso ricordare come era la vita a quel tempo, ma spesso anche i miei genitori, proprio come l’autore, ricordano come era pericoloso andare in giro. Erano gli anni delle rapine in banca o alla posta, degli scippi. Dei basettoni e dei pantaloni a zampa e spesso il vestirsi trasandati per moda, per qualcuno voleva significare essere scambiati per delinquenti. Erano tempi molto duri.
Tornare nei luoghi della giovinezza in genere era piacevole, mi dava un senso di benessere, ma anche di nostalgia e nello stesso tempo era grande la voglia di rivedere i miei vecchi amici, per parlare con loro dei cambiamenti che la vita inesorabilmente ci porta a decidere, ma anche per rievocare fatti o episodi accaduti nel passato, o di raccontarne di nuovi.
Un salto nel tempo
La musica degli anni in questione che usciva dalla radio intonava i ritornelli di Renato Zero, Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Massimo Ranieri, tanto per citarne alcuni. Mi sembrano così lontani quei tempi, così diversi dalla società che viviamo oggi. Leggere il romanzo è stato come catapultarsi nella Roma di quegli anni, quando facevi la spesa dall’alimentari sotto casa, i centri commerciali non esistevano e gli ordini online con il colosso Amazon non sapevi nemmeno cosa fossero. I mobili si acquistavano nei negozi di arredamento, non all’Ikea.
A scuola ci andavi a piedi e ritornavi da solo pure se frequentavi le elementari. Dopo i compiti scendevi giù in strada e giocavi per ore con i tuoi amici del quartiere. Gli stessi compagni di vita con cui, crescendo, hai condiviso tutte le prime esperienze. Mi piacerebbe tanto dare ai miei figli ciò che ho vissuto io nella mia adolescenza, ma i tempi sono cambiati, sono stati manipolati, c’è chi dice in meglio, ma secondo me, nella grande maggioranza delle cose in peggio!
Il tempo rimasto: la trama
Francesco, il protagonista, torna per un giorno nel luogo dove ha vissuto il tempo più importante e significativo della sua esistenza, il quartiere di San Paolo, incontrando i suoi vecchi amici di gioventù, con i loro relativi cambiamenti di vita. A tutto questo fanno da sfondo alcuni quartieri di Roma dove, per un motivo o per l’altro, vengono narrati fatti, storie o aneddoti. Un romanzo che risalta un amore viscerale per Roma e per i romani stessi, persone ironiche e sagge pronte a dissimulare qualsiasi cosa, ma con quella innata caratteristica che li contraddistingue e li rende unici.
Il protagonista si basa sull’osservazione diretta e intenzionale dei propri fatti di coscienza, confrontandoli con gli altri, ponendosi dubbi e perplessità, commovente e riflessivo verso i valori della vita.
Io da quella persona così semplice e umile, durante tutto quel periodo trascorso nel negozio, imparai molto, andando oltre la pratica, scoprendo la bellezza e l’importanza di un dipinto. E confermo che è vero: ammirando un quadro, tutti sono presi dall’opera in questione e solo pochi della cornice, direi quasi nessuno, ma anche la cornice fa parte del quadro, ed essa ha sicuramente un suo perché.
Il tempo rimasto: la genuinità va sempre di moda
Il protagonista, dal momento in cui scende dall’autobus e mette piede nel suo vecchio quartiere di San Paolo, fa un salto indietro nel tempo, dove rivive i momenti di un passato ancora molto vicino in termini di sensazioni. È un salto nel passato basato sull’introspezione di sé stesso, di quello che ha desiderato essere e quello che è nella vita di tutti i giorni. Egli apprezza ogni momento di ciò che è stato, sentendosi orgoglioso di quello che è diventato!
Il susseguirsi di aneddoti, delle battute con i vecchi amici, dei modi di dire del dialetto romanesco, dei fatti narrati, proiettano il lettore, in un luogo dove tutto appare chiaro e semplice, addirittura genuino. Questa è la bellezza di questo romanzo, che è possibile acquistare cliccando qui, dove la semplicità la fa da padrone. Buona lettura!