Quanta cattiveria c’è in giro! Quanta gente dispensa cattiveria come se non ci fosse un domani! Cattive azioni piovono sulle teste di chi la cattiveria la considera come qualcosa che non va dispensata affatto! Viviamo in un mondo dove la gentilezza viene surclassata dalle cattive azioni. Nel corso della nostra evoluzione come esseri umani ci siamo scordati cosa significhi essere buoni, sentendoci potenti nell’elargire cattiverie gratuite. “Cattivolandia” è il nuovo e desolante mondo dove viviamo: un luogo oscuro, tetro, privo di empatia, di compassione, dove l’amore è solo un dettaglio trascurabile. A molti di noi va stretto, poiché è un posto che non riconosciamo come vero, è un ambiente che genera solo insoddisfazione e malcontento!
Notizia flash: ricordiamoci che se si semina del bene se ne riceverà altrettanto! A ogni azione corrisponde una reazione, tutto ci torna indietro come un boomerang, quindi facciamo molta attenzione e riflettiamo prima di compiere un’azione disonorevole o di dire qualcosa di cui doverci pentire!
Cattivolandia: karma cosmico
Sembra un concetto astruso, ma il Cosmo, così come il Karma hanno bisogno di equilibrio. Si tratta di forze esterne alla nostra volontà e sulle quali, una volta innescate, non possiamo intervenire! In ogni cosa c’è bisogno di equilibrio, così come il giorno si deve alternare alla notte, il sole tramonta per permettere alla luna di splendere e così via, anche il bene si deve contrapporre al male. E nella perfezione dell’universo in cui viviamo questa alternanza deve essere soddisfatta.
Il karma, o se preferisci il destino, deve fare il suo corso, un qualsivoglia impedimento dà origine ad una dispersione di energia positiva o negativa, e purtroppo quando accade la nostra anima ne risente. Quando compiano una buona azione ci sentiamo felici, sodisfatti del nostro operato e la nostra anima è leggera! Quando riceviamo una cattiva azione come ci sentiamo? Metabolizzare la sofferenza per il male ricevuto ci crea instabilità nell’umore, proviamo sentimenti contrastanti che oscillano tra rabbia, rancore, tristezza, risentimento. Riuscire a reprimerli non è facile, spesso ci abbandoniamo a queste orribili emozioni rischiando di macchiare la nostra anima.
Empatia e compassione
Sono una di quelle persone che fa molta attenzione a non fare cattiverie di nessun genere. Cerco di misurare le parole da non dire, mi sentirei in difetto se offendessi la sensibilità del mio interlocutore. Non esprimo mai giudizi sulle azioni degli altri, non critico il comportamento di una persona, perché non posso sapere cosa sta succedendo a quella persona, né il motivo delle sue azioni. Ciò che posso fare è solo valutare come si comportano nei miei confronti le persone ed ho imparato, col tempo, ad accettare quello che non posso cambiare! Pertanto se ciò che fai non collide con quella che è la mia natura, ti lascio andare. Non perdo più nemmeno il mio tempo per capire, faccio direttamente il passo successivo: passo oltre! Ci si guadagna in salute!
A forza di passare oltre, sono passato direttamente nell’aldilà (Cit. Anonimo)
Negli anni ho imparato a vivere la mia vita con compassione nei confronti degli altri, mi aiuta a sentirmi bene. Con questo non voglio dire che se mi offendi resto zitta! Assolutamente no, ma cerco comunque di mediare e di far capire, con le buone, al mio interlocutore che mi deve il rispetto che io do a lui. Insegno ai miei figli a comportarsi bene, ad essere rispettosi e ad essere educati. Lo so che sono principi passati di moda, ma credo fermamente che se utilizzi le buone maniere ti rispetteranno in ogni caso!
Cattivolandia: colpire e affondare
Sembra sia diventato sport internazionale dispensare cattiverie, farle con nonchalance e pretendere anche di stare nel giusto! Sembra quasi che le persone aspettino una tua caduta per rincarare la dose e farti sprofondare. Tutti giudicano senza sapere, tutti criticano senza conoscere, solo per il gusto di farlo e a titolo del tutto gratuito. Questo chiacchiericcio di sottofondo è così fastidioso! Tutti sanno chi sei, tutti pretendono di sapere cosa dovresti pensare e cosa dovresti dire per compiacerli! Ma anche no! Ognuno di noi ha il diritto di fare, pensare e dire ciò che meglio crede, sempre mantenendo un rapporto di reciproco rispetto! È così che si dovrebbe vivere, non ci sono altre vie, punto!
Sarebbe bello vivere in armonia, senza incontrare chi per sentirsi migliore colpisce senza pietà per affondare coloro che intralciano il loro cammino. Magari superare quell’ostacolo potrebbe significare crescere emotivamente. Lo so, la mia idea di mondo è molto fantasiosa, ma che c’è di male nel desiderare di vivere in un mondo migliore?
Cattivolandia: dedica speciale
Dedico questo articolo a mio figlio S. è un bravo atleta anche se è ancora in erba. Nello sport non si dovrebbe respirare cattiveria. È giusta la rivalità, ma deve rimanere una rivalità sana, quella che quando arrivi al traguardo ti fa abbracciare e complimentare con il tuo avversario/compagno per il risultato. A mio figlio, con un gruppo ristretto di ragazzi, questo accade e guardarli abbracciarsi dopo una grande fatica che li ha visti nemici, è sempre molto commovente, vuol dire che nel tuo piccolo hai fatto capire a tuo figlio l’importanza della correttezza e del famigerato “fair play” di cui oggi si parla tanto.
Demolire l’avversario
È quando la rivalità diventa malsana che lo sport muore! Quando un avversario ti demolisce in ogni modo possibile solo perché ti teme, capisci che c’è qualcosa di oscuro e spaventoso, soprattutto alla loro età! Ti viene da chiederti cosa li aspetta andando avanti con gli anni? In queste terribili e scomode situazioni in cui anche noi ci siamo trovati, ahimè, sono stati i genitori i primi a non saper gestire la situazione, fomentandola. Tutto ciò dimostra poca autostima, insicurezza e una cattiveria che, proprio per un discorso di equilibrio torna sempre al mittente! Questo è il motivo per il quale astenersi dal dispensare cattiveria è l’unica via da percorrere, non sai mai quando e come ciò che hai detto o fatto tornerà indietro!