UN GABBIANO DA LONTANO MI RISPONDE

Grazie a un mio contatto ho avuto l’onore e il piacere di conoscere Maddalena Piana, autrice di “Un gabbiano da lontano mi risponde”. Questo romanzo è la sua opera d’esordio pubblicata con Bookabook. Non è la prima volta che mi capita di incontrare romanzi editi da questa casa editrice, la quale ha un approccio molto innovativo nell’editoria. L’opera, dopo esser stata selezionata da un gruppo di esperti editor viene preordinata dai lettori, che sono i veri sostenitori della stessa.

La lettura è scorrevole e semplice, ricca di dettagli. La trama è solida e accattivante, la curiosità di scoprire cosa accade ai protagonisti aumenta pagina dopo pagina. È una storia emotivamente intensa, che innesca nel lettore molti quesiti a cui trovare una risposta e non è certo semplice!

Un gabbiano da lontano mi risponde: la trama

Maria ha venticinque anni, va in terapia da un po’ per riuscire a contrastare la tempesta di inadeguatezza che si porta dentro di sé e che, spesso, finisce col mettere una certa distanza tra le persone e lei. Una sera, a un concerto, conosce Giuliano. Lui è un amico di vecchia data di suo zio, ha il doppio dei suoi anni, ma sembra capirla più di molti coetanei. All’inizio la goffaggine di Giuliano rischia di farlo passare inosservato dalla bella e disinibita Maria. Lui è sorprendentemente attratto dalla ragazza: non riesce a toglierle gli occhi di dosso fino a sembrare inopportuno data la sua età.

Maria, invece, è divertita dai suoi tentativi di approccio, vede nei suoi modi un fascino insolito. Quella sua finta sicurezza, quel modo di pensare troppo e di elaborare problemi inesistenti… lui non è come gli altri, in lui c’è “quel non so che”, che potrebbe darle qualcosa di inaspettato e forse ne ha anche timore!

Questa tensione nell’aria, non so, è quasi erotica. Continuare a guardarla, la fantasia che mi stuzzica, è quasi un peccato interrompere tutta questa possibilità che aleggia su di noi.

Un gabbiano da lontano mi risponde: una notte terapeutica

Passano la notte insieme e Giuliano, che ha un carico di dolore pronto a strabordare, decide di raccontarsi. Maria, però, non si lascia scalfire dalle sofferenze altrui, ha imparato a lasciare che le scivolino addosso: una tattica di autodifesa che attua per paura di dover affrontare le proprie. Giuliano, invece, si trova a vivere come in un déjà vu: la somiglianza fisica e caratteriale di Maria con Roberta gli ricordano il suo grande amore per la donna, nonché la sofferenza provata per quella relazione finita male. Parlare con Maria ha riaperto vecchie ferite, tuttavia il momento riesce anche ad essere catartico e Giuliano riesce a sentirsi finalmente libero da un peso insormontabile.

L’insicurezza per Giuliano equivale a inadeguatezza che maschera con una finta semplicità! Accanto a Maira, così come accadeva accanto a Roberta, lui si sente potente, forte, determinato. Questi sentimenti in parte nuovi e in parte consolidati gli fanno apparire questo tempo così uguale al passato e così diverso da sembrargli surreale! La nuova realtà aggancia la vecchia rimescolando le carte in tavola: tutte le sensazioni che prova lasciano al protagonista nuova speranza!

L’empatia come sinonimo di sofferenza

Maria è una ragazza perspicace, risoluta, ma anche troppo vulnerabile e con un animo eccessivamente sensibile e fragile per il mondo che la circonda. Un moto empatico il suo che la conduce alla sofferenza! Lei che ascolta e assorbe tutto e come in un vortice che la risucchia, quello che percepisce le danneggia l’animo. Per questo ha deciso di chiudere tutte le porte alle sue emozioni, in modo che non possa più sentire, non possa più percepire il dolore in un abbraccio, la sofferenza in una risposta negata, la rabbia in uno sguardo inquieto.

Per Maria sentire equivale a soffrire: è sfiancante, demotivante, ma Giuliano con i suoi modi imprevedibili e sconcertanti le fanno capire che non tutto è perduto e nonostante sia spaventata, le emozioni che lui le fa riemergere le infondono un improvviso ottimismo nei confronti del futuro!

Un gabbiano da lontano mi risponde: il dolore unisce

In una soleggiata Sassari, due anime ferite e sull’orlo del precipizio si scontrano per provare a contrastare il vuoto sottostante per tentare di spiccare il volo. Tra di loro ci passano molti anni eppure, per certi versi, è come se fossero coetanei. Hanno entrambi quella strana sensazione a pelle di conoscersi da sempre. Probabile quindi che siano riconosciuti in mezzo a quella moltitudine di persone che nel caos più totale gli gravita attorno! Maria e Giuliano sono due anime affini che si sono riconosciute e nella loro unione hanno diviso il peso della loro sofferenza.

…ma non possono, non possono capire quanto a volte, ti rimanga il vuoto dentro. Non lo possono capire il male che posso provare quando mi accorgo che all’altro non importa niente di me. Non la possono capire la sensazione di fondere il proprio corpo con uno sconosciuto e sentirsi allo stesso tempo tremendamente soli.

Gli occhi: lo specchio dell’anima

I due protagonisti sono attratti l’un l’altra: semplice attrazione? Forse! Affinità? Probabile! L’autrice, in un passaggio del romanzo, scrive: “Le persone che hanno provato un grande dolore si riconoscono subito. Non sanno nemmeno loro come e perché, ma saprebbero dire da cosa si sono viste, cosa hanno sentito, cosa le ha richiamate. Io credo che parta tutto dagli occhi.”. Non posso che essere d’accordo con lei. La sofferenza è qualcosa che traspare dai nostri occhi e sappiamo riconoscerla, è come se avesse un profumo tutto suo e noi lo fiutiamo, come il più tenace dei segugi!

Chi ha sofferto molto ha un grado di empatia con il prossimo molto elevato. Sa cosa significa la sofferenza, perché l’ha vissuta sulla propria pelle e riconoscerla negli altrui demoni è come rivendicare i propri. È come essere attirati verso qualcosa che conosciamo così bene da diventarne complici.

Un gabbiano da lontano mi risponde: Giuliano e Maria

I protagonisti di questa storia oltre ad essere due anime affini, sono anche due cuori inquieti uniti dalla forza del loro dolore, che seppur li abbia atterriti, gli ha donato anche una visione diversa della vita, una prospettiva nuova sulla quale progettare un futuro pieno di possibilità. Nonostante la grande differenza di età e il divario intellettuale, tra loro si instaura come una sorta di magia che gli permette di comunicare come se stessero sullo stesso livello.

La verità è che, anche se sono entrambi emotivamente provati, insieme riescono a trovare la forza per cercare una via d’uscita, un nuovo approccio alla vita che permetta loro di andare avanti con disinvoltura, di passare oltre senza sentirsi oppressi dagli eventi passati. La loro sensibilità è in qualche modo invalidante, non per questo sono da considerarsi disagiati, in fondo la diversità è solo per coloro che la sente tale!

Un gabbiano da lontano mi risponde: piccoli spaccati di vita

La storia narrata dall’autrice fornisce molto materiale su cui ragionare. Piccoli spaccati di vita quotidiana che inducono alla riflessione. Dopo tutto leggere è anche questo e ne do il merito all’autrice Maddalena Piana! Se ti ho incuriosito puoi acquistare il romanzo cliccando qui (link della casa editrice), oppure qui (link Amazon), quindi… buona lettura!

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