Il secondo romanzo, scritto per mano di Bernard Cornwell “Un cavaliere e il suo Re”, facente parte della collana “Le storie dei re Sassoni”, racconta la storia di un grande uomo. In questa saga vengono narrate le gesta di Uthred di Bebbamburg: il fiero guerriero per metà sassone e per metà danese. Il suo cuore è diviso a metà e palpita per riuscire a tornare nel posto che gli spetta! “Tutto è in mano al destino!”
Un cavaliere e il suo Re: la trama
Nono secolo dopo Cristo. La terra degli Angli è dominata da un fragile regno di guerrieri sassoni retto dal pio Re Alfredo, il cui progetto è quello di riunire la sua amata Terra. Uthred, erede del titolo di aldermanno di Bebbamburg, ha combattuto molto duramente per il suo re a cui ha dato la sua fedeltà. Ma la famiglia e la gloria acquisite non lo soddisfano e, forse stregato dalla bella Iseult, vorrebbe tornare a solcare i mari.
Punito dal suo re, Uthred si ritrova con amici che diventano nemici e rivali ancor più feroci. Davanti a una nuova invasione danese, però, l’onore gli impone di tornare accanto a Re Alfredo. Si scatena così il conflitto finale per riconquistare il Wessex e porre le fondamenta per quel Paese che diventerà l’Inghilterra.
Un cavaliere e il suo Re: una grande vittoria
Uthred partecipa alla battaglia di Cynuit e grazie alle sue abilità, si porta a casa una grande vittoria contro gli invasori danesi, che ha permesso al regno del Wessex di stabilire una tregua vantaggiosa coi nemici. Il merito della vittoria va attribuita all’impavido Uhtred di Bebbanburgh, che, nello scontro tra i due muri di scudi, riesce ad uccidere Ubbe Ragnarsson, il più temibile dei signori della guerra danesi.
Dopo la battaglia, il guerriero, decide di tornare da sua moglie Mildrith, commettendo un gravissimo errore: non andando da re Alfredo a Exanceaster per rivendicare la vittoria, ha lasciato che Odda il Giovane, ambizioso aldermanno del Defnascir, se ne attribuisse tutti i meriti.
Le gesta di un guerriero
Uhtred, dopo aver subito l’umiliazione da parte di Re Alfredo per non avergli riconosciuto il merito della vittoria sulla battaglia di Cynuit si è ritirato a Cridianton, nella tenuta di sua moglie Mildrith. La vita tranquilla non fa per lui. Con l’aiuto dell’amico Leofric, arrivato per ordine del re, inizia sotto mentite spoglie a razziare navi e villaggi per arricchirsi. Durante le sue scorribande conosce Iseult, regina di un villaggio saccheggiato, e la porta con sé.
Accusato di un delitto non commesso, Uhtred deve affrontare la prova più crudele e temuta dell’epoca: il giudizio di Dio! Uthred viene costretto a sostenere un duello all’arma bianca tra lui e il suo accusatore Steapa, che si rivelerà, in seguito, un fedele soldato. In quel momento cruciale viene salvato da una provvidenziale orda di danesi che infrange la tregua e dilaga nel regno d’Inghilterra. Con il re ed alcuni compagni trova scampo in un villaggio tra le paludi. Finalmente riesce ad organizzare un esercito e a vincere l’ultima battaglia, nonostante l’inferiorità numerica, ma è costretto a subire un’altra grave perdita personale.
Un cavaliere e il suo Re: intrighi e sotterfugi
Come ogni storia che si rispetti non possono mancare gli intrighi e i sotterfugi. C’è sempre chi sussurra nell’orecchio di qualcun altro! C’è sempre chi trama nell’ombra per i propri interessi! I sussurri, i pettegolezzi, le bugie non portano mai a nulla di buono! Non siamo troppo lontani da quello che accade anche oggi. Su larga scala o su piccola scala c’è chi inganna, chi sussurra per i propri interessi. Gli intrighi, i sotterfugi, le bugie sono all’ordine del giorno e sempre per avanzare nella scala gerarchica ai danni di qualcuno. Diventiamo così piccoli per sentirci grandi! Proprio come ha fatto il giovane Odda che si è preso meriti che non erano suoi!
Un cavaliere e il suo Re: quale Dio vorrebbe la guerra?
Troppe sono state le guerre nel corso dei secoli in nome di Dio, degli dei o di qualsivoglia entità cui venga riflesso un amore estremo. Possiamo chiamarlo Dio, oppure Budda, o Allah, o in qualsiasi altro modo, il risultato non cambia. Non è sbagliato credere in un dogma, lo è quando invece di amare lo mistifichiamo. Fin da piccola mi è stata impartita la dottrina della religione Cristiana Cattolica, crescendo mi sono allontanata. Lo ammetto, non sono praticante, non mi piace essere giudicata da chi non sa chi sono e cosa faccio. La chiesa mi piace come luogo di culto.
Credo in un Dio infinitamente buono e saggio che vuole per i suoi figli solo pace e amore. Il mio Dio non vuole la guerra! Non l’ha mai voluta e così tutte le guerre che ci sono state fin da principio a oggi le hanno volute gli uomini che hanno sussurrato, hanno partecipato a intrighi e hanno fatto i loro interessi per ottenere dei vantaggi. Questi stessi uomini hanno pontificato guerre in nome di Dio solo per raggiungere potere e denaro! Ce lo mostra la storia, certo dipende sempre da quale angolazione vogliamo vederla. Detto questo, sono fermamente convinta che la religione abbia sempre giocato, e lo fa ancora, un ruolo determinante per la vita dell’umanità, invece avrebbe solo dovuto insegnare umiltà, compassione, amore verso il prossimo.
Sassoni contro danesi = uomini contro uomini
In questa collana, che parla della storia dell’unione dell’Inghilterra, è nel nome di Dio che i guerrieri combattono le loro guerre per proteggere la loro terra. Mi sono chiesta spesso: come può un Dio buono e giusto volere la guerra? Come può volere che la razza che ha creato si stermini gli uni contro gli altri? Non sarebbe stato più onesto togliere lo scudo della religione e combattere per quello che realmente era: riuscire a contrastare gli invasori per restare sulle proprie terre?
Trovo sia anche scorretto parlare di fede e mettere costantemente i fedeli alla prova! Non è testando la fede che diventiamo persone migliori, lo siamo se ci comportiamo con umiltà, con rispetto, con compassione e con amore prima di tutto verso noi stessi e poi con gli altri.
Un cavaliere e il suo Re: un uomo giusto
Forse il mio modo di approcciarmi alla vita e alle persone è diverso rispetto a come si comportano gli altri nei miei confronti, ma credo che si debba avere il coraggio di mostrare chi realmente siamo, esponendo i nostri pensieri senza aver paura di sentirci a disagio o in difetto. Uthred figlio di Ragnar, figlio di Uthred, Signore di Bebbamburg, ci insegna proprio questo nelle pagine di questa collana: essere fieri dei nostri credo e dei nostri principi e mostrarli con orgoglio, per questo mi piace molto il suo personaggio, e se dovessi dare un solo aggettivo al suo temperamento sarebbe: Uthred il giusto!