Te voi ben – ti voglio bene è una delle più belle dichiarazioni d’amore, una delle più belle dimostrazioni di affetto che possano esistere. Come molti sapranno è una delle espressioni che non esiste in altre lingue. Dire ti voglio bene a qualcuno è qualcosa che solo noi possiamo capire, perché è una manifestazione affettiva che appartiene alla nostra cultura, che non è possibile tradurre e quindi incomprensibile al resto del mondo. Nella sua unicità dire “Ti voglio bene” è un’emozione sempre nuova, sentirselo dire ti riempie il cuore di gioia.
Te voi ben – ti voglio bene: presentiamo l’autrice
La poesia (scritta in dialetto veneto di cui sotto la traduzione), esattamente come il titolo, è per eccellenza una dichiarazione d’amore in piena regola, ve ne accorgerete leggendola. È possibile trovare l’opera all’interno di una raccolta, il cui acquisto è possibile cliccando sopra il link del titolo del romanzo, S-CIAPI DE EMOSSIONI di Edizioni STIMMGRAF, di cui l’autrice è Anna Maria Lavarini.
Descalsi, pieni de vita e de sol
pestesàimo primavere,
corendo adrio a farfale e sogni,
“Te voi ben” e co’n baso
te me stupavi la boca
imostacià de more.
“Te voi ben, par sempre”
te m’avei giurà denansi al Signor,
parola benedeta, susurà
no so quante olte
quando vissini spetàvimo
che su l’albaro de la vita
maurasse smaraveie.
“Te voi ben” fiama che me scaldava
se tirava la tramontana
e dispiaceri stroi me fasea tremar.
Te voi ben – ti voglio bene: la bellezza nelle parole
Ciò che la rende bella è proprio la forma dialettale, dove viene espressa la potenza dell’amore per la famiglia in tutte le sue forme. Ogni termine utilizzato, ogni espressione ci porta a comprendere quanto, dire ti voglio bene a qualcuno, possa essere una delle massime espressioni dell’amore stesso. La poesia è stata presentata al concorso “Memorial Giovanni Leone – 2 edizione organizzato dall’Ass. Luce Dell’Arte e pur non avendo vinto ha comunque attirato l’attenzione della giuria.
Mi tuto rancurava e scrivea
sora le pagine del cor.
’Na stagion dopo ’n’altra
n’ à cargà de fadighe e responsabilità,
robandone tempo e fià;
le parole pian le se smorsava
come fa ’l giorno quando dà zo la sera.
“Desso ne basta’n ocià, ’n soriso ‘na caressa,
ma, ’l so che drento ’sto silensio,
gh’è ’n sigo,’n sospiro, ’n canto
e mi tuto arbino…
G’ò ancora pagine ude ’n te’l cor
da scriverghe sora “ Te voi ben ancora”.
Te voi ben – ti voglio bene: traduzione
“Scalzi, pieni di vita e di sole calpestavamo primavere, / rincorrendo farfalle e sogni/ ”Ti voglio bene”…e con un bacio/ mi chiudevi la bocca/ impiastricciata di more. // “Ti voglio bene sempre”/ mi avevi giurato davanti al Signore/ parola benedetta, sussurrata/ non so quante volte/ quando vicini aspettavamo/ che su l’albero della vita/ maturassero meraviglie. // “Ti voglio bene” fiamma che mi scaldava/ se tirava la tramontana/ e dispiaceri bui mi facevano tremare/
Ed io tutto raccoglievo e scrivevo/ sopra le pagine del cuore. // Una stagione dopo l’altra ci caricava di fatiche e responsabilità/ rubandoci tempo e fiato/ e le parole piano si spegnevano/ come fa il giorno quando scende la sera.// Adesso ci basta un’occhiata, un sorriso, una carezza/ ma, lo so che dentro questo silenzio/ c’è un grido, un sospiro, un canto, ed io tutto raccolgo…Ho ancora pagine vuote nel cuore/ da scriverci sopra “Ti voglio bene ancora”.
Chiediamo all’autrice…Questa poesia rispecchia il corso della vita di una famiglia. In queste parole troviamo una moltitudine di emozioni, in che modo queste emozioni, che ha saputo trasmettere su carta, l’hanno influenzata? Cosa l’ha spinta a scrivere della famiglia?
Questa poesia rispecchia proprio il percorso della vita della mia famiglia ed è proprio la famiglia che è per me fonte di ispirazione. Ho conosciuto mio marito che eravamo molto giovani e si viveva di sogni, non potevamo fare altro, ma quelle emozioni provate e mai dimenticate le sento ancora così vive che è un peccato non scriverle in poesia.
Te voi ben – ti voglio bene: Ispirare emozioni nel prossimo è qualcosa che ci espone molto, scrivere versi ci rende vulnerabili, in che modo riesce a gestire la sua vulnerabilità. Quando si sente esposta come riesce a tramutare una emozione forte in arte?
Vero, scrivere le proprie emozioni è mettersi a nudo, ma se i sentimenti e le emozioni sono veri si può superare ogni barriera, ogni confine.
Te voi ben – ti voglio bene: Ogni poesia vuole inviare un messaggio al lettore, quale messaggio pensa che i suoi lettori abbiamo colto dalle sue parole?
Ogni poesia ha il dovere di inviare messaggi positivi: amore, speranza, tolleranza ed accoglienza e spero siano recepiti come io li sento.
Quali crede che siano i valori sui quali si basa la famiglia di oggi?
Oggi la famiglia ha una grossa responsabilità, adesso viviamo in un mondo dove sembra che certi valori siano scaduti, la società va esibendo valori fasulli, dove sembra che per avere successo si deve vendere dignità, ma proprio i ragazzi, oggi, quelli onesti sono da ammirare molto di più di quelli del mio tempo, allora si doveva rigare diritto per forza.
Te voi ben – ti voglio bene: Quali sono i suoi poeti preferiti e perché? In che modo hanno ispirato le sue opere e perché?
Avendo poca cultura (non per mia colpa), eravamo sei fratelli due maschi e quattro femmine, allora a casa nostra solo i maschi sono andati avanti con gli studi, io la più grande delle femmine sono andata ad imparare il lavoro da sarta. Così il mio tempo libero era cucire per tutte le donne di casa. Poi da sposata ho seguito i miei meravigliosi tre figli e così ho avuto poco tempo per coltivare la lettura. Solo da grande, circa venti anni fa, ho scoperto, dato che ero munita di passione e fantasia, il mondo della poesia. Mi sono innamorata di Gibran, le sue poesie mi trasmettevano le sue emozioni, tanto da sentirle quasi mie.
Te voi ben – ti voglio bene: Come si rapporta Anna Maria Lavarini con la vita di tutti i giorni?
Quest’anno compirò ottant’anni ed ho lo stesso entusiasmo e la stessa voglia di vivere di quando da giovane ragazza guardavo il mondo con occhi meravigliati.
Te voi ben – ti voglio bene: Se potesse dare alla sua poesia il nome di una ricetta quale sarebbe e perché?
A questa domando faccio fatica a rispondere, in una mia poesia ho scritto “Son nata a Verona e me aldego a dir che son polentona” dunque, polenta piatto semplice ma se è accompagnato con companatici saporiti: baccalà, arringa, lumache, gorgonzola ecc..
Te voi ben – ti voglio bene: Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Cercherò di adoperare il mio tempo nel migliore dei modi, vivere e non sopravvivere per il tempo che mi resta.
Una donna di grande temperamento
Facciamo i complimenti all’autrice, Anna Maria Lavarini, che ci ha mostrato nella sua poesia, come nelle risposte alle mie domande, di essere una donna di grande temperamento. La ringrazio per la collaborazione e la disponibilità, spero di poter leggere altre delle sue poesie.