Al concorso “Memorial Giovanni Leone” 2 edizione, dal titolo “I valori della famiglia” organizzato dall’Ass. Luce dell’Arte, ha partecipato “E Sto” poesia di Nazareno Capponi. Una poesia suggestiva che ha proprio l’aria di essere un inno alla famiglia, così come che la narra l’autore. Questa poesia rispecchia, nella sua interezza, tutti i valori che nella famiglia sono racchiusi. Proprio per questo motivo, nonostante non si sia classificata nei primi posti, merita tutta la nostra attenzione.
E Sto poesia di Nazareno Capponi: parte prima
Ho suddiviso la poesia in varie parti proprio per poter apprezzare parola per parola e tutto il loro significato. Questo primo pezzetto rispecchia l’animosità che lo stesso narratore prova verso una situazione difficile. Molto spesso le famiglie si trovano ad affrontare momenti di crisi profonda, in cui tutto appare sbagliato o incompleto, che mostra i chiari segni di sofferenza.
E sto gracile
pazzo
furente
nella disperazione dei miei pensieri.
Sei figli abbrutiti
il soffitto più sporco
la casa ammuffita
mia moglie senza sorrisi
E Sto poesia di Nazareno Capponi: parte seconda
Il ricordo di un momento andato. La promessa per una vita meravigliosa da condividere. L’amore puro e incondizionato di quando si è acerbi, quando tutto appare possibile.
-Rita, questa fu la promessa
quando ti amai per la prima volta
in quel vecchio mulino sul fiume?
Questi i bruni capelli
la pelle fresca
e i tuoi occhi lucenti?-
E Sto poesia di Nazareno Capponi: parte terza
C’è poi la fatica di una vita ostile. Una vita piena di ostacoli da superare. Solo un amore grande può sconfiggere la paura, può oltrepassare tutti quei confini che limitano l’essere umano per poter trovare la felicità in un dolce e casto bacio.
Miseria
supplica negli occhi
la fame in quella bocca
che succhia
i tuoi seni ormai secchi
Poi ti avvicini
in silenzio
e mi baci leggera
mentre i piccoli
oh sensazione
ci circondano come in un fiore
E Sto poesia di Nazareno Capponi: parte quarta
Per finire con un autentico messaggio di speranza. Un messaggio d’amore per far comprendere al lettore che la vita è un bene prezioso, soprattutto quando decidiamo di viverlo con chi amiamo. La famiglia è l’unico rifugio per vivere una vita piena e soddisfacente.
Prendo Luca tra le braccia
accarezzo il suo viso pulito
i suoi occhi dicon coraggio
-Forza Rita,
avanti ancora
Stringimi forte
sperare è la vita-
e stasera sarà festa opulenta
pur mangiando la solita polenta
E Sto poesia di Nazareno Capponi: parlando con l’autore
Come ho sottolineato anche prima, questa poesia incarna in sé tutti quelli che sono i valori della famiglia. Leggendola e rileggendola, ogni volta se ne apprezzano sempre di più le parole e se ne conquista un significato nuovo e diverso, un significato più ampio, dove è possibile cercare le rispose, da più angolazioni, ai tanti quesiti sui vari aspetti della famiglia nella nostra vita. Facciamoci raccontare dall’autore cosa pensa della famiglia, come la vive, ma anche alcune curiosità su di lui!
La sua poesia è una chiara dichiarazione d’amore verso la famiglia, è una poesia autobiografica? In che modo la famiglia è stata la sua musa ispiratrice?
“E sto” non è una poesia autobiografica nei contenuti, ma lo è nella spinta ispirativa datami dalla mia famiglia, allargata anche a zie e cugini, nel senso di appartenenza, nella capacità di fare “squadra” in modo da superare i momenti difficili che la vita ti pone davanti, concetto espresso nel finale della poesia.
E Sto poesia di Nazareno Capponi: Scrivere poesie è un’arte che non appartiene a tutti, in che modo questa arte influenza la sua vita?
Per quanto mi riguarda lo scrivere poesie, racconti o romanzi è un momento di evasione, di esclusione da sé stessi, poiché cerco sempre di immedesimarmi nei personaggi raccontati, entrare in empatia con loro, cercando di capire le loro emozioni. E cui ciò porta, nella vita reale, all’osservazione degli altri, per carpirne un gesto, uno sguardo, una situazione da cui trarre spunto.
E Sto poesia di Nazareno Capponi: Quali sono i suoi poeti preferiti? Quale peso hanno avuto nel suo modo di fare poesia?
A costo di essere scontati, non si può non amare Leopardi nei suoi aspetti romantici e antiromantici, Ungaretti, la forza sociale di Shelley. Non oso neanche affermare che ho preso spunto da loro, dico solo che mi hanno fatto apprezzare l’arte dello scrivere.
Quale messaggio le piacerebbe che passasse dalla sua poesia?
In questa poesia, come anche nelle altre mie due poesie “Bum bum” e “L’immagine”, ho voluto rappresentare non la famiglia in situazioni di “normalità”, magari con parole che edulcorassero ancor più i buoni sentimenti e l’affetto che comunque esiste, ma ho voluto fotografare tre situazioni difficili: l’assoluta, ma dignitosa povertà in “E sto”; la disperazione di un uomo in guerra che “vomita il presente” in cui è coinvolto solo con il pensiero della famiglia in “Bum bum”. La non accettazione della morte di una moglie, da parte di un marito-padre, il cui pensiero corre subito ai suoi figli, affinché sveglino con un sussurro la loro mamma, in “L’immagine”. – Ebbene sarò franca, sono curiosa di poter leggere queste poesie di cui ci ha appena parlato l’autore!
Il messaggio comune vuole proprio essere quello che, anche in situazioni al limite, la famiglia può, anzi deve rappresentare il punto di appoggio per tutti, su cui contare e da cui ripartire.
E Sto poesia di Nazareno Capponi: Se la sua poesia fosse un animale quale sarebbe e perché?
Mi viene in mente un ragazzo che vedo vivere in strada insieme a due cani e tre cuccioli. I due cani sono magri e un po’ malandati, ma la cura che mettono nell’accudire i cuccioli è unica. Uomo e animali uniti nella stessa sorte: sono una famiglia.
E Sto di Nazareno Capponi: Scrivere vuol dire mettere a nudo la propria anima, come la fa sentire sentirsi in qualche modo vulnerabile?
Ciò che dice è assolutamente vero, infatti c’è una certa ritrosia nell’esporsi, visto che la vita ci porta a volte a rappresentare dei ruoli di pirandelliana memoria. Ma ciò viene controbilanciato dalla soddisfazione di essere riusciti a trasmettere, al lettore, le emozioni dei tuoi personaggi o tue, creando così un intenso momento di condivisione.
Chi è Nazzareno Capponi nel quotidiano?
Ho insegnato fino a due anni fa e tuttora mi scrivo con gli studenti, scambiandoci saluti o opinioni, perché non si finisce mai di essere docenti-discenti, anche se a volte a ruoli invertiti, come è giusto che sia. Inoltre mi diverto a insegnare pallavolo a delle giovani atlete, continuando nel mio desiderio di volere essere vicino ai giovani nel momento della loro crescita.
E Sto poesia di Nazareno Capponi: Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Ora le dico una cosa che forse la sorprenderà, le poesie di cui abbiamo parlato precedentemente sono state scritte da me all’età di 21 anni. Ne avevo scritte tante, per piacere personale. Durante il lockdown causa covid, le ho riprese in mano e mi sono accorto che avrei potuto scriverle ora, la sostanza non sarebbe cambiata affatto! E la cosa ha sorpreso anche me. Poi ho sistemato un racconto breve autobiografico che avevo scritto qualche anno fa, dal titolo “L’odore della mentuccia” e ho da poco ultimato una raccolta di racconti dal titolo “Feelings, brevi storie e canzoni”, dal cui titolo si intuisce il denominatore comune le lega tutte le storie. Per cui penso di continuare ancora a scrivere poesie o racconti: dipenderà dagli input che mi darà la vita.
Non tutti i mali vengono per nuocere
Non mi sorprende affatto! È capitato anche a me nel periodo della chiusura forzata a causa del Covid-19. Periodo che credo abbia messo in discussione l’anima, ma anche la mente di molti. Alla fin fine non tutti i mali vengono per nuocere, perché anche se è vero che siamo stati costretti a restare in casa per proteggere la nostra vita e quella di chi ci vive acanto, come grande segno d’amore, di rispetto e di senso civico, questa clausura ha prodotto i suoi risultati con tante cose meravigliose, come ad esempio la poesia “E STO”!
Ringrazio con tutto il cuore Nazareno Capponi per la sua cortese disponibilità, ma soprattutto per averci dato la possibilità di apprezzare la sua opera.